Oschiri è un paese adagiato al centro di una regione rurale, ai confini del Logudoro e della Gallura, ricco di antiche testimonianze archeologiche. Arrivando ad Oschiri, da Sassari incontriamo sulla sinistra Nostra Signora di Castro. E’ una chiesa romanica risalente ai tempi del Giudice Costantino II, tra il 1170 e il 1198, facilmente individuabile per la vivacità cromatica regalatale dalla trachite rosa. Sulla destra della strada si erge Monte Ulia, dove sono situati imponenti manufatti in pietra risalenti a 4000 anni or sono. In questa stessa zona sono presenti le Domus de Janas, le famose tombe del periodo prenuragico.
A est di Oschiri sorge il complesso megalitico di Monte Cuccu. L’itinerario archeologico prosegue sino alla suggestiva chiesa di Nostra Signora di Otti, a 4 Km. verso Nord-est, mentre a Nord del Lago Coghinas, in zona “Balanotti”, è possibile ammirare i resti della chiesa medioevale di San Giorgio.
Chiesa di San Demetrio – Oschiri
Il paese offre anche, e soprattutto, spettacolari immagini naturalistiche. Due grandi aree hanno l’importanza maggiore: il Lago Coghinas e Su Filigosu. Il primo è un bacino artificiale che ospita molte specie animali, tra cui uccelli migratori come i Fenicotteri Rosa. Alle spalle del lago s’innalza il gruppo montuoso del Limbara che con la sua natura selvaggia preserva diverse specie floreali come il leccio, le querce da sughero e macchie di corbezzolo.
A circa 9 Km. a nord-est di Oschiri si trova un grande cantiere di rimboschimento della Forestale: Su Filigosu. E’ facile incontrare daini e cinghiali, germani reali e mufloni, sentire i profumi di ginestra e di lavanda, osservare chiazze di mirto e rosmarino.
Oschiri però non è solo archeologia e natura. E’ anche tradizione alimentare che, con le sue specialità (Sa fresa, Sas panadas, Tilicas e Seadas, torrone e i rinomati formaggi), impiega nella loro produzione una considerevole parte della sua laboriosa popolazione. Oschiri e’ un paese dall’atmosfera dolce e soave che nasconde, tra mura comuni, gente ospitale dal cuore grande.
Le foto sono tratte dalla Mediateca di Oschiri.